Roverchiara è situata nella parte sud-orientale del territorio veronese, fra la riva destra dell'Adige e il Bussè. L'origine del toponimo è controversa: secondo alcuni esso deriverebbe dal popolare 'roeciàra' (che rimanda al rovere); secondo altri, invece, sarebbe da ricondurre alla deformazione volgare del latino 'Rubecularia' o 'Rubeclara' (cioè 'campagna piena di rovi'). Quest'ultima è l'ipotesi più accreditata, tuttavia esiste un'altra opienione secondo cui il nome originario sarebbe 'Ripaclara', poichè la sponda dell'Adige sarebbe stata illuminata da un faro durante la notte. I primi documenti che attestano l'esistenza del paese risalgono al IX secolo: in questo periodo esisteva una comunità cristiana organizzata dipendente dalla diocesi di Verona. Il potere episcopale fu gradualmente soppianato dal crescente Comune di Verona nel XII secolo. Dopo la breve parentesi di Ezzelino da Romano, Roverchiara passo prima sotto gli Scaligeri, poi sotto i Visconti, ed infine sotto la Repubblica di Venezia, che ne mantenne il possesso fino alla fine del Settecento. Oggi l'Adige ha perso la sua valenza commerciale, ma ha mantenuto una notevole imoprtanza per l'irrigazione dei campi.